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I promotori della Sezione di Filosofia del Dipartimento di Studi Umanistici sono accomunati dalla convinzione che la scelta del Dipartimento di articolarsi in Sezioni al fine di meglio coordinare le proprie attività di ricerca rappresenti un importante volano di sviluppo del Dipartimento stesso, a patto però che le Sezioni siano ben consapevoli delle proprie possibilità operative e dei propri limiti istituzionali e del fatto, ancora più importante che, qui come altrove, “possibilità” e “limiti” non sono due termini contrapposti, poiché proprio una salda consapevolezza dei limiti entro i quali un’azione si svolge e può svolgersi rappresenta la migliore garanzia della piena estrinsecazione delle sue potenzialità.
La cornice istituzionale dell’attività delle Sezioni è saldamente fissata dall’articolo 4 del Regolamento di Organizzazione e Funzionamento del Dipartimento di Studi Umanistici, che recita: «Le Sezioni sono unità organizzative che promuovono interessi scientifici e culturali comuni e aggregano risorse professionali, strumentali e tecnologiche, assicurando l’organizzazione delle attività di competenza, nel rispetto degli indirizzi, obiettivi e criteri definiti nell’ambito del Dipartimento» (comma 2). E ancora: «Le Sezioni sono tenute a monitorare la crescita omogenea delle attività svolte al proprio interno in maniera tale da contribuire alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Dipartimento. Inoltre forniscono annualmente alla Giunta il rapporto sull’andamento del Piano di sviluppo triennale (…) con riguardo alle proprie attività di ricerca e alle risorse necessarie per realizzarle» (comma 6). Il Piano triennale di sviluppo e programmazione cui si fa riferimento è «lo strumento attraverso cui il Dipartimento sottopone al Consiglio di Amministrazione richieste di risorse umane, finanziarie e strumentali ritenute necessarie al perseguimento degli obiettivi di programmazione nei settori della ricerca, della didattica e dei rapporti col territorio» (articolo 7, comma 1).
Operando in questo orizzonte la Sezione di Filosofia si propone di fungere, all’interno del Dipartimento, da luogo di conoscenza reciproca e di reale confronto fra itinerari di ricerca anche molto diversi tra loro negli assunti di partenza, nei metodi d’indagine e nelle finalità conoscitive, e tuttavia accomunati dalla medesima preoccupazione “filosofica” e “critica” di scandagliare l’interezza e il senso dei fenomeni presi in esame, nonché la complessità delle loro condizioni d’insorgenza e delle loro implicazioni. Per tale motivo, la Sezione di Filosofia persegue l’intento di aggregare coloro che, nell’ambito del Dipartimento, possano riconoscersi in una concezione “aperta” della filosofia e dei saperi alla filosofia collegabili. Entro questa ampia cornice la Sezione si prefigge, più specificamente, di costituire un punto di raccordo per gli studiosi accomunati da interessi scientifici e culturali concernenti: la filosofia teoretica; la logica e la filosofia della scienza; l’estetica e la teoria del linguaggio e dell’interpretazione; la filosofia della religione e la storia della teologia; la filosofia pratica, la filosofia morale e la bioetica; la pedagogia; la filosofia politica, la storia delle dottrine politiche e la filosofia dell’economia; la storia della filosofia antica e medievale, moderna e contemporanea; la teoria della storia, la storia della storiografia e la storia della cultura; la storia della metafisica, l’antropologia filosofica e la filosofia dell’interculturalità.
La vita della Sezione dovrà essere, dunque, una vita eminentemente scientifica, con incontri periodici nel corso dei quali, a turno, gruppi di ricercatori o singoli ricercatori (eventualmente coadiuvati dai loro più giovani collaboratori) avranno l’opportunità di presentare sinteticamente e di discutere con gli altri componenti della Sezione (e con tutti i membri del Dipartimento interessati) il loro lavoro e i loro progetti.
Solo partendo da una robusta pratica di questo tipo – che è destinata a ereditare quanto è già stato fatto in tal senso nell’ambito della più che trentennale attività del Dipartimento di Filosofia Antonio Aliotta da cui molti membri della Sezione provengono – sarà possibile rafforzare (ma anche creare ex-novo) quel tessuto di effettiva interlocuzione che costituisce un presupposto indispensabile per potenziare e, nel caso, aggregare le attività di ricerca facenti capo alla Sezione. Queste ultime si esplicheranno nella pubblicazione di articoli scientifici e lavori monografici, nell’organizzazione di seminari e convegni, nella partecipazione a Progetti di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) e a Progetti di Ricerca Europei (la cui importanza come fonte di finanziamento della ricerca è destinata a crescere nel corso dei prossimi anni, con tutte le opportunità ma anche con tutti i rischi che questo fatto comporta), nell’allestimento dei nuovi numeri delle testate scientifiche (come “Logos”, “Civiltà del Mediterraneo”, “Scienza&Filosofia”, “Archivio di storia della cultura”, “Rocinante”, “European Journal of Research Trends in Humanities, Education & Philosophy”, etc.) nel cui Editorial Board i membri della Sezione sono a vario titolo coinvolti. Sarà anche necessario studiare le forme e i modi (tutt’altro che scontati) attraverso i quali tali attività di ricerca possano avere una ricaduta positiva diretta sulla didattica dei Corsi di Laurea in Filosofia e degli altri Corsi di Laurea del Dipartimento, nonché sulla didattica dei Corsi di Dottorato.
Ma l’effettiva vita scientifica della Sezione di Filosofia rappresenta anche il presupposto indispensabile affinché – di comune accordo fra i suoi Partecipanti i e attraverso il suo Responsabile – essa possa fornire ogni anno al Direttore e alla Giunta del Dipartimento un quadro attendibile dell’andamento dei progetti di ricerca individuali e di gruppo che alla Sezione fanno capo prospettando in modo “realistico” le risorse professionali, finanziarie e strumentali che occorrono per portarli a buon fine (laddove l’aggettivo “realistico” va inteso non solo e non tanto in rapporto alle condizioni esterne e alla loro pur non eludibile severità, ma anche e principalmente in rapporto alle “cose stesse”, e cioè alla qualità, alle potenzialità e allo stato dell’arte dei filoni di ricerca in oggetto).
Ciò potrà consentire all’ampio caleidoscopio delle indagini d’area filosofica (nel senso prima specificato) di essere presenti in maniera adeguata ed equilibrata nell’ambito del Piano triennale di sviluppo e di programmazione del Dipartimento di Studi Umanistici, il quale dovrà essere allestito dal Direttore e dalla Giunta e, in ultima istanza, approvato dal Consiglio, che è e che deve restare l’organo di indirizzo, di programmazione e di gestione del nostro Dipartimento.